Le donne di Harper Bazaar

Le donne di Harper Bazaar

Se è vero che oggi Vogue può essere considerata la “bibbia della moda”, Harper Bazaar non solo l’ha preceduta di 30 anni (Vogue è stata fondata nel 1892, Harper Bazaar nel 1862), ma durante il periodo pre e post seconda guerra mondiale, sotto la guida Carmel Snow, Harper ‘s Bazaar è diventata la rivista di moda più d’avanguardia proponendo editoriali eclettici, assumendo rischi ed avventurarandosi in ambiti che in precedenza non erano mai stati esplorati da una rivista di moda.
Proprio per questo il museo di New York, affidando il progetto agli studenti del “FIT’s Fashion and Textiles Studies” , ha deciso di approfondire e presentare al grande pubblico l’attività della rivista nell’arco di tempo dal 1936 al 1958 mettendo in luce il rapporto tra le tre donne che ne hanno determinato l’ immaginario rivoluzionario. Carmel Snow, Diana Vreeland e Louise Dahl-Wolfe erano considerate la “Santissima Trinità” della moda in quel momento. Molto prima che la frase “girl power” e “girl boss” diventassero parte del lessico femminista, queste donne erano delle potenze dell’editoria di settore.

Le donne di Harper Bazaar

Come “Editor-in-Chief”, Carmel Snow la “Regina Madre della Moda”, ha spesso determinato la fortuna e la carriera di giovani designers (e non solo) grazie al suo talento innato per la ricerca di geni creativi. Secondo la leggenda la signora Snow, partecipando ad un ballo all’hotel St. Regis, addocchiò una giovane e affascinante socialite di nome Diana Vreeland vestita in Chanel e decise di offrirle un posto di lavoro proponendole di scrivere per la rivista.

Quello che ne risultò fu un divertente e irriverente articolo intitolato “Why don’t you?” un’esortazione alle donne a fare qualcosa di diverso e provare cose nuove. Subito dopo il successo dell’articolo la Vreeland diventata fashion editor della rivista, concettualizzando e marcando lo stile degli editoriali . Editoriali che, come dichiarato dalla Vreeland stessa, avevano l’intento di dare alle donne “ciò che non hanno mai saputo di volere”.

La sua visione è stata esemplarmente tradotta in immagine dalla abile mano di Louise Dahl –Wolfe che, in qualità di fotografa ufficiale, realizzerà centinaia di scatti in perfetta sintonia con lo stile e le intenzioni stilistiche della rivista.

Le donne di Harper Bazaar
Le donne di Harper Bazaar

Quello intercorso tra queste tre donne è stato un rapporto simbiotico. I talenti di ciascuna venivano alimentati e rafforzati tra loro: Carmel Snow aveva una grande sensibilità per il talento e la capacità di ricercare nuove menti creative incoraggiandole e sostenendole; tutto ciò ha dato a Diana Vreeland la libertà di seguire il suo istinto e di indulgere nei suoi voli di fantasia; la visione della signora Vreeland fioriva magicamente sotto l’occhio esigente di Louise Dahl-Wolfe.
La collaborazione e lo spirito di queste donne è evidente in una delle fotografie in mostra: tutte e tre sono nella camera da letto di Carmel Snow, fogli di carta sparsi ovunque , la signora Snow a letto e le due fidate collaboratrici ai lati intente in una intensa conversazione. Ne emerge una non così velata nostalgia per un tempo in cui l’arte, il talento, la sperimentazione erano centrali nella attività di una rivista di moda, per un tempo in cui il divertimento non era escluso poiché la fattibilità commerciale, i numeri non avevano il sopravvento sul resto.

Le donne di Harper Bazaar
Le donne di Harper Bazaar
Le donne di Harper Bazaar